L’utilizzo degli estensori penieni è una delle tante opzioni terapeutiche descritte per il trattamento della malattia di Peyronie. Gli studi che ne hanno valutato l’efficacia e la sicurezza si basano su casistiche di pazienti poco numerose. Inoltre i risultati di questi studi non sono sempre concordi. Per questi motivi le linee guida (EAU 2012) forniscono per ora deboli raccomandazioni per l’utilizzo degli estensori nella malattia di Peyronie.
L’estensore penieno è un dispositivo in grado di mantenere in trazione l’asta del pene consentendo un vero e proprio stretching dell’organo. Il razionale di questa terapia si basa sul principio della meccanotrasduzione, un processo cellulare che traduce gli stimoli meccanici in segnali chimici che portano all’attivazione della proliferazione cellulare. I primi studi clinici effettuati hanno evidenziato che gli estensori penieni sono in grado di ridurre la deformità del pene e incrementare la sua lunghezza, senza creare effetti collaterali.
The Journal of Sexual Medicine ha pubblicato a febbraio 2014 un interessante studio prospettico controllato non randomizzato condotto in Spagna dal Dott. Martìnez-Salamanca. Il gruppo di trattamento (55 pazienti con malattia di Peyronie che avevano accettato di sottoporsi alla terapia con estensore penieno) è stato confrontato con il gruppo di controllo (41 pazienti con simili caratteristiche patologiche ma che non avevano accettato di sottoporsi ad alcuna terapia). Nel gruppo trattato i pazienti dovevano indossare l’estensore penieno quotidianamente per almeno 6 ore al giorno (non più di 9 ore), evitando le ore di sonno, per almeno 6 mesi consecutivi. Inoltre i pazienti dovevano rimuovere l’estensore per almeno 30 minuti ogni 2 ore per evitare che la trazione prolungata producesse lesioni ischemiche del glande.
Risultati dei pazienti trattati: hanno raggiunto una significativa diminuzione della curvatura media del pene da 33° a 15° a sei mesi, mantenuta a 9 mesi (13°), con una riduzione media di 20° dalla curvatura di partenza. A 9 mesi il 36.4% dei pazienti mostrava un riduzione della curvatura >20°, il 54.5% tra 12° e 20°, il 10% una curvatura stabile o riduzione <10°. Si è registrato anche un significativo aumento della lunghezza del pene stirato (da 12.4 cm a 13.9 cm) e della circonferenza del pene in flaccidità (da 9.5 cm a 10.4 cm). Il dolore penieno è significativamente diminuito rispetto al periodo pre-trattamento (VAS da 5.5 a 2.5). La funzione erettile è migliorata (EF-IIEF score da 18 a 28). Prima del trattamento il 61.8% dei pazienti non poteva avere rapporti penetrativi a causa della curvatura del pene o per il dolore in erezione. Al termine del trattamento solo il 20% dei pazienti non era in grado di eseguire la penetrazione. Effetti collaterali: due pazienti hanno presentato eritema del solco balano-prepuziale che si è risolto interrompendo temporaneamente la terapia. Il 25.4% dei pazienti ha lamentato un certo grado di fastidio ad indossare l’estensore.
Risultati dei pazienti non trattati: la curvatura media del pene è aumentata significativamente da 29° in partenza a 52° a 9 mesi; la lunghezza media del pene stirato è diminuita da 14.5 a 11.9 cm. Sono stati osservati inoltre una diminuzione della funzionalità erettile e un aumento della percentuale di pazienti non in grado di effettuare la penetrazione.
C’è da osservare che nel gruppo trattato i pazienti che hanno ottenuto i risultati migliori sono stati quelli che hanno indossato per più ore al giorno l’estensore penieno. Inoltre tutti i pazienti che alla fine hanno richiesto l’intervento chirurgico hanno dichiarato di non aver indossato l’estensore per il tempo minimo richiesto (6 ore). Se ne deduce che per il miglior successo della terapia è fondamentale la motivazione del paziente.
Questo studio rafforza le evidenze a favore del trattamento con estensore penieno nei pazienti affetti da malattia di Peyronie. Gli autori concludono che la terapia è efficace nel ridurre la curvatura del pene, preservare la lunghezza del pene, diminuire il dolore e migliorare la funzione erettile. Inoltre la terapia fa si che l’intervento chirurgico possa essere evitato in un sostanziale numero di pazienti.
Martínez-Salamanca JI et al. Acute phase Peyronie's disease management with traction device: a nonrandomized prospective controlled trial with ultrasound correlation. J Sex Med. 2014; 11(2): 506-15.
European Association of Urology Guidelines 2014 (www.uroweb.org)