Un recente studio, pubblicato sulla rivista scientifica BJU International, ha indagato l’efficacia della sorveglianza attiva degli angiomiolipomi renali. Se il trattamento delle lesioni è indubbiamente necessario in caso di dolore, sanguinamento o sospetto di lesione maligna, le indicazioni al trattamento dei pazienti asintomatici e in assenza di complicanze non si basano su evidenze solide. Infatti gli studi sulla sorveglianza attiva degli angiomiolipomi renali sono pochi e riguardano limitate casistiche di pazienti. Le attuali linee guida dell’Associazione Europea di Urologia segnalano che l’intervento profilattico è giustificato in caso di lesioni superiori a 3-4 cm, nelle donne in età fertile e in pazienti per i quali il follow up o l’accesso a un dipartimento di emergenza possano non essere adeguati.
Lo studio, eseguito presso il Glickman Urological and Kidney Institute di Cleveland (OH, USA), ha preso in analisi 130 pazienti con diagnosi di angiomiolipoma renale, per i quali era stato deciso di non eseguire alcun trattamento a meno che non fossero insorti sintomi o complicanze. Al momento della diagnosi 102 pazienti erano asintomatici, 15 avevano presentato dolore al fianco e 13 presenza di sangue nelle urine. La sorveglianza attiva prevedeva una tc addome a 6 e 12 mesi dalla diagnosi, in seguito una volta l’anno. In caso di comparsa di sintomi o complicanze si sarebbe proceduto a un trattamento attivo. Dopo una media di 49 mesi di follow up 17 pazienti (13%) hanno richiesto trattamento, rappresentato nella maggior parte dei casi da una embolizzazione selettiva (64.7%) o da una nefrectomia parziale (29.4%). I fattori predittivi per la necessità di trattamento sono stati principalmente la dimensione dell’angiomiolipoma e la presenza di sintomi alla diagnosi. In altre parole i pazienti con le lesioni più voluminose e quelli sintomatici hanno le maggiori probabilità di dover sospendere la sorveglianza per essere trattati. Le principali cause che hanno reso necessario il trattamento sono state: dolore al fianco, crescita della lesione documentata alle tc di controllo, emorragia retroperitoneale, preferenza del paziente e macroematuria (presenza di sangue nelle urine, visibile a occhio nudo).
La sorveglianza attiva dei tumori benigni del rene ha come razionale la preservazione della funzione renale e la riduzione delle complicanze relative al trattamento, soprattutto in pazienti con malattie concomitanti. Diversi studi hanno dimostrato la fattibilità della sorveglianza attiva per gli angiomiolipomi del rene. Lo studio di Ouzaid et al è per ora quello che ha analizzato più pazienti, focalizzandosi in maniera specifica sulla sorveglianza attiva degli angiomiolipomi del rene. L’embolizzazione arteriosa è una terapia affidabile per la prevenzione e il trattamento dei sanguinamenti attivi e del dolore al fianco legati agli angiomiolipomi, con un tasso di successo del 96%, sebbene fino a un 29% dei casi può non essere sufficiente una sola procedura. L’intervento chirurgico (laparoscopico o robotico) è l’opzione di seconda linea in caso di fallimento dell’embolizzazione o in altri casi particolari.
Il trattamento profilattico degli angiomiolipomi del rene (cioè quando ancora non ci sono sintomi o complicanze) rimane per ora indicazione controversa. Alcuni pazienti potrebbero non sviluppare mai sintomi o complicanze e quindi potrebbero essere trattati inutilmente. La sorveglianza attiva dovrebbe essere considerata soprattutto in pazienti anziani o con malattie concomitanti, quindi più a rischio di complicanze per il trattamento che per gli angiomiolipomi del rene. Inoltre il concetto di sorveglianza attiva potrebbe essere esteso alla maggior parte dei pazienti dal momento che esiste una terapia efficace in caso di complicanze (embolizzazione). E’ pur vero che non tutti i pazienti hanno la fortuna di vivere in situazioni in cui è disponibile una radiologia interventistica in grado di offrire adeguato trattamento in tempi rapidi. Pertanto ogni caso clinico deve essere valutato singolarmente in merito a più variabili, non ultima quella della disponibilità e del facile accesso alle cure adeguate.
Ouzaid I et al. Active surveillance for renal angiomyolipoma: outcomes and factors predictive of delayed intervention. BJU Int. 2013 Dec 10.
European Association of Urology Guidelines 2014
www.uroweb.org