Interpretare i dati di laboratorio per la diagnosi di ipogonadismo (carenza di testosterone) non è sempre facile. I livelli sierici di testosterone sono soggetti a variazioni temporali, nell’arco della giornata, delle stagioni, e in correlazione all’età. Alcune malattie e l’assunzione di farmaci come gli oppioidi e i glucocorticoidi possono temporaneamente variare la concentrazione ematica di testosterone. Inoltre le variazioni della SHBG (proteina legante gli ormoni sessuali), anch’esse legate all’età, ad alcune malattie e all’assunzione di farmaci, possono modificare la concentrazione di testosterone totale. Per questi motivi si consiglia: di eseguire il prelievo di sangue nelle prime ore della mattina, quando i livelli di testosterone sono più alti; di evitare il prelievo durante malattie acute o in corso di specifiche terapie; di eseguire almeno due dosaggi nei caso i livelli di testosterone risultassero bassi oppure nella norma nonostante sintomi di ipogonadismo.
Per il dosaggio del testosterone esistono diversi metodi di laboratorio, ognuno con le proprie caratteristiche, pregi e difetti. Inoltre le popolazioni di individui su cui sono stati determinati i range di normalità differiscono tra i vari tipi di metodi. Questo spiega l’esistenza di diversi limiti di riferimento indicati da diversi laboratori. Per uniformare il più possibile l’interpretazione dei livelli di testosterone totale le più importanti società internazionali di andrologia, endocrinologia e urologia hanno espresso un consenso: valori superiori a 350 ng/dl non richiedono terapia; valori inferiori a 230 ng/dl possono richiedere terapia; in caso di valori tra 230 e 350 ng/dl è necessario conoscere anche i livelli di testosterone libero.
Il testosterone nel sangue circola per la maggior parte legato alle proteine (44% legato all’SHBG, 4% legato alla CBG e 50% legato all’albumina), mentre solo il 2-3% circola in forma libera, il cosiddetto testosterone libero. La forma libera dell’ormone è quella attiva, subito disponibile per le cellule, quindi legata più direttamente alla sua azione. Tuttavia non è ancora noto se i sintomi da carenza di testosterone siano meglio correlati ai livelli di testosterone totale o libero. L’utilizzo del testosterone libero può aiutare nella diagnosi di ipogonadismo, soprattutto quando i risultati del testosterone totale sono equivoci o non riflettono la reale situazione clinica. Non esistono ad oggi precisi limiti di testosterone libero al di sotto dei quali può essere posta la diagnosi di ipogonadismo. Secondo opinione di esperti, il testosterone libero inferiore a 65 pg/ml può offrire ulteriore supporto alla diagnosi.
Purtroppo i dosaggi del testosterone libero eseguiti dai comuni laboratori analisi possono essere alquanto imprecisi e poco riproducibili. Il metodo più affidabile per il dosaggio del testosterone libero è quello che utilizza la dialisi di equilibrio, impiegato quasi esclusivamente in ambito di ricerca perché molto costoso. Per questi motivi è meglio non eseguire il dosaggio del testosterone libero e, quando necessario, ricavarne il valore attraverso la formula di Vermeulen. Conoscendo i valori di testosterone totale, SHBG e albumina e utilizzando il calcolatore online è possibile ottenere valori affidabili di testosterone libero. E’ stato infatti dimostrato che tale formula è in grado di riprodurre con sufficiente approssimazione i valori reali di testosterone libero, misurati con il metodo della dialisi di equilibrio.
In conclusione, per la diagnosi di ipogonadismo, il dosaggio del testosterone totale è sufficiente nella maggior parte delle situazioni. Non essendo affidabile, la misurazione del testosterone libero sarebbe da evitare, come pure l’eventuale decisione di iniziare la terapia sostitutiva basandosi sui valori misurati. Il testosterone libero andrebbe utilizzato solo in casi particolari, dosandolo con la metodica della dialisi di equilibrio o ricavandone il valore calcolato.
Paduch DA et al. The Laboratory Diagnosis of Testosterone Deficiency. Urology. 2014 May; 83(5): 980-988.