Le neoplasie del testicolo sono un gruppo eterogeneo di tumori con incidenza relativamente bassa, pari a 3-6 casi/100.000 abitanti per anno. Si tratta di tumori che insorgono prevalentemente nei soggetti giovani e si distinguono due fasce di età in cui il picco di incidenza è massimo: tra i 20-30 anni e tra i 40-50 anni.
Si tratta di malattie che sono spesso guaribili e sebbene negli ultimi anni sia stato riscontrato un aumento della frequenza del 45%, la mortalità è diminuita del 70%, a testimonianza dei significativi progressi raggiunti nella terapia. Oggi il 90% degli uomini con tumore del testicolo possono essere guariti.
Fattori di rischio
Attualmente non sono note le cause del tumore del testicolo, ma sono chiari alcuni fattori di rischio:
1. criptorchidismo;
2. familiarità per tumore del testicolo nei parenti di primo grado;
3. sindrome di Klinefelter, malattia genetica con incidenza 1/500 neonati maschi;
4. pregresso tumore nel testicolo controlaterale.
Classificazione dei tumori del testicolo
Si distinguono due gruppi di tumori del testicolo, in base al tipo di cellula dalla quale originano: tumori a cellule germinali e tumori a cellule non germinali.
I tumori della linea germinale sono i più frequenti e si formano dalle cellule che danno origine agli spermatozoi. Si distinguono differenti tipi istologici, tra i quali il più frequente è il seminoma, tumore spesso associato a prognosi favorevole.
Sintomi e presentazione clinica
L’insorgenza del tumore del testicolo è di solito subdola e viene spesso scoperto dal paziente per caso. Il tumore si presenta generalmente come un nodulo duro o una tumefazione palpabile ed in alcuni casi determina senso di peso.
Generalmente il tumore non provoca dolore. Il paziente può accorgersene, ad esempio, notando di avere un testicolo un po’ più grosso e/o un po’ più duro facendo la doccia. Qualora il tumore produca degli ormoni si può associare anche la ginecomastia, che può anche essere l’unica manifestazione clinica.
Prevenzione
Non esistono programmi di diagnosi precoce per i tumori del testicolo. Gli stessi marcatori tumorali quali l’alfa-fetoproteina (α-FP) e la beta-gonadotropina corionica (β-HCG) (ovvero sostanze che si possono trovare nel sangue in presenza di questo tipo di tumore), utili per la conferma della diagnosi e per seguire nel tempo l'evoluzione della malattia, non sono utili per una diagnosi precoce.
Tuttavia, in considerazione della giovane età della popolazione a rischio, va sottolineata l'importanza dell‘autopalpazione del testicolo, manovra che deve essere eseguita abitualmente come l’autopalpazione del seno nei soggetti di sesso femminile.
A partire dai 15 anni, tutti i maschi dovrebbero conoscere dimensioni e aspetto dei loro testicoli, esaminandoli almeno una volta al mese dopo un bagno caldo, cioè con il sacco scrotale rilassato.
È importante insegnare ai ragazzi questa manovra perché spesso l'unica visita che prevede l'esame dei testicoli è quella per la leva militare, che è ormai stata abolita con la decadenza della leva obbligatoria.
Per eseguire una corretta autopalpazione è necessario:
1. Porsi di fronte a uno specchio e verificare che non vi siano rigonfiamenti sullo scroto.
2. Esaminare ogni testicolo con entrambe le mani, mettendo indice e medio nella zona inferiore e pollice in quella superiore. Eseguire un movimento rotatorio delicato (non bisogna sentire alcun dolore) e non allarmarsi se un testicolo sembra un pò più grosso dell’altro: è del tutto normale.
3. Trovare l’epididimo, cioè la morbida struttura tubulare che si trova dietro al testicolo e che trasporta lo sperma e che a per una persona inesperta potrebbe essere scambiato per una massa sospetta. Ricordare che i tumori dell’epididimo sono di estrema rarità e quindi piccole passerelle sono generalmente benigne.
4. Se invece le formazioni sono nella parte posteriore (molto più frequentemente) o in quella anteriore del testicolo, chiedere subito parere al medico. L’anomalia può essere dovuta a un’infezione, ma se fosse causata da un tumore non bisogna perdere tempo.
Diagnosi
La visita urologica e la palpazione dei testicoli sono fondamentali per porre diagnosi di massa sospetta del testicolo. Successivamente si eseguono anche ecografia scrotale e dosaggio di alcuni marcatori (α-FP, β-HCG, LDH) prodotti dalle cellule tumorali, ma per poter definire la natura (maligna o benigna) della massa è indispensabile l’intervento esplorativo inguinale. Tale procedura, diagnostica e terapeutica al tempo stesso, deve essere sempre eseguita nel sospetto di un tumore del testicolo. Durante l’intervento, dopo aver isolato e clampato i vasi spermatici, nei casi dubbi si può eseguire una biopsia della massa neoplastica per un esame istologico intraoperatorio che definirà la benignità/malignità della lesione.
Per una valutazione completa dell’estensione del tumore (stadiazione), altri esami da eseguire sono:
- TC del torace e dell’addome, per controllare lo stato dei linfonodi addominali, sedi frequenti di localizzazione secondaria del tumore ed escludere metastasi polmonari.
- Se i marcatori tumorali erano elevati prima dell’orchifunicolectomia devono essere rivalutati periodicamente seguendo il loro noto tempo di emivita per determinare se si normalizzano oppure no.
Terapia
Grazie ai progressi degli ultimi anni, oggi 9 casi su 10 di tumore del testicolo si curano con successo. Di fronte alla diagnosi di nodulo testicolare, come già esposto precedentemente, è fondamentale eseguire un intervento esplorativo inguinale.
In caso di tumore maligno, il passo successivo è l’orchifunilectomia che consiste nell’asportazione in blocco del testicolo e del funicolo spermatico, quella struttura che contiene i vasi sanguigni e linfatici del testicolo. Al termine della procedura è possibile, a discrezione del paziente, applicare una protesi testicolare, per motivi estetici.
L’esame istologico del pezzo operatorio definisce l’istotipo del tumore ed insieme agli esami diagnostici sopra elencati, permette di pianificare eventuali ulteriori terapie.
Nei seminomi le strategie che seguono l’orchifunicolectomia sono le seguenti:
nello stadio I, cioè quando alla TC non si evidenziano metastasi, si può effettuare una vigile attesa o una chemioterapia precauzionale. Negli stadi più avanzati la radioterapia e la chemioterapia sono i trattamenti di scelta.
Nei tumori germinali non seminomatosi in stadio I le alternative sono rappresentate dalla vigile attesa o dalla linfoadenectomia retroperitoneale (asportazione dei linfonodi addominali che si trivano lateralmente e anteriormente all'aorta e la vena cava) o dalla chemioterapia precauzionale. Negli stadi più avanzati la chemioterapia e la chirurgia variamente integrate sono i trattamenti di scelta.
E' molto importante considerare, prima di qualsiasi terapia che si programma dopo l'orchifunilectomia, l'opportunità di eseguire una crioconservazione di spermatozoi perchè tutti i tipi di trattamenti per il tumore del testicolo sono tossici per le cellule germinali e rischiano di danneggiare irreversibilmente l'unica fonte di spermatozoi rimasta, il testicolo controlaterale.